Freddo e umidità, condizioni tipiche del periodo autunnale, possono provocare un peggioramento dei sintomi di una malattia molto seria, l’artrosi. Questa patologia degenerativa si manifesta generalmente a partire dai 40 anni, anche se può fare la sua comparsa molti anni prima e può interessare le articolazioni di diverse parti del corpo.
Uno dei tipi di artrosi più diffusi e maggiormente invalidante è quello che colpisce l’anca (coxoartrosi). Eccessi di traumi ripetuti e acuti, sport non idonei, cattive abitudini alimentari e deformità congenite o displasie (formazione di cellule anomale) possono rappresentare la causa della sua comparsa. Con il progredire della malattia, dolori acuti che s’irradiano fi no all’inguine, diffi coltà di movimento e anche normali azioni quotidiane come mettersi le scarpe, accavallare le gambe e salire e scendere le scale diventano diffi cili da compiere.
La buona notizia è che oggi si può curare. Esistono diverse strategie terapeutiche che consentono di migliorare sensibilmente la qualità della vita. I principali metodi con i quali si interviene, a seconda della gravità, sono di tipo fisico e medico. Ma prima o poi giungerà la fase in cui bisognerà intervenire. Oggi, però, le nuove frontiere permettono una ripresa immediata alla normale vita quotidiana. In ogni caso, non si può prescindere da una corretta alimentazione, perché i cibi che portiamo in tavola hanno un ruolo primario nel condizionare la salute delle articolazioni.
Perchè si sviluppa la coxartrosi
L’origine è caratterizzata da una degenerazione dello strato cartilagineo della superficie dell’articolazione coxofemorale, causata da un assottigliamento della struttura della cartilagine. Se questa causa biologica non viene bloccata, si sviluppa l’usura progressiva della cartilagine con la conseguenza di una sintomatologia tipica.
Quando basta un’artroscopia
Con questa tecnica chirurgica mini-invasiva che si è sviluppata negli ultimi tempi, vengono verifi cate le condizioni artrosiche della cartilagine ottenendo una visione reale di essa attraverso l’utilizzo di una telecamera. Allo stesso tempo, con l’uso di strumenti particolari (per esempio pinze, frese, strumenti con laser) possono essere curati molti problemi responsabili dello sviluppo dell’artrosi: infi ammazione della capsula articolare, frammenti staccati di cartilagine (corpi liberi), lesione traumatiche o degenerative del bordo esterno della cavità articolare (labbro articolare).
Atroprotesi: cos’è cambiato
Per l’artrosi dell’anca molto avanzata, l’artroprotesi rimane l’unica soluzione per ripristinare la normale funzione e la qualità della vita. Prima si operava in modo molto invasivo con tagli lunghi, l’intervento era più lungo e si correva maggior rischio di infezioni perché si trascorreva anche più tempo in sala operatoria. Oggi, questi problemi sono superati, la tecnica è molto migliorata, tempi e rischi si sono ridotti e non occorrono più trasfusioni di sangue. La vecchia protesi, di forma molto semplice e fi ssata con cemento, è stata sostituita da delle artroprotesi di ultima generazione costituite da materiali biocompatibili, che garantiscono una sempre più lunga durata, anche 20 anni, e un’eccellente funzione articolare. Il principio di modularità delle nuove protesi attualmente in uso permette, in un eventuale caso di consumo del materiale, la sostituzione senza sacrifi care la protesi ben fi ssata. Un altro elemento che non si può trascurare è che anche l’anestesia è migliorata di molto negli ultimi anni: oggi gli interventi vengono effettuati quasi sempre in anestesia lombare che riduce la sofferenza del paziente durante e dopo l’intervento e la ripresa alla normale vita quotidiana è pressochè immediata.
Come sono fatte le nuove protesi
Sono costituite da due elementi modulari: la protesi vera e propria (uno stelo femorale e una capsula semisferica in materiale di titanio con una superfi cie microporosa per garantire una fi ssazione biologica, senza cemento). L’altro elemento sostituisce la parte articolare con una testina di ceramica fi ssata sullo stelo e un inserto di polietilene per la capsula acetabolare.
Prima dell’intervento
Per migliorare il metabolismo e la funzione della cartilagine e per rallentare o evitare il suo invecchiamento (anti-aging), se lo stadio dell’artrosi non è molto avanzato, e prima di ricorrere all’intervento chirurgico, viene fatta una cura con moderni metodi biologici attraverso l’iniezione di prodotti rigenerativi. Ecco quali sono le tre tecniche più interessanti. 1. L’iniezione di un concentrato di fattori di crescita prodotto dal sangue del paziente stesso con un metodo di centrifugazione speciale (PRP/ACP). I fattori di crescita (growth factors) del corpo umano servono per la riparazione di lesioni accidentali (per esempio ferite, tagli, rottura del tendine, ecc.), in questo caso per riparare la crisi della cartilagine dovuta all’artrosi. In regime ambulatoriale viene fatto un prelievo di 10 ccm di sangue per la procedura di centrifugazione. Il prodotto di concentrato di fattori di crescita viene iniettato nell’articolazione dell’anca. L’iniezione non è dolorosa e il paziente può immediatamente camminare. Per una cura servono 3 iniezioni a distanza di 4 settimane ed è consigliabile ripetere le cure ogni anno. 2.L’iniezione di acido ialuronico farmaceutico. L’acido ialuronico è un elemento fondamentale della struttura della cartilagine. Per una cura sono necessarie fi no a 5 iniezioni a distanza di 2/4 settimane. 3. L’iniezione di preparati viscosi. Per i casi con usura avanzata della cartilagine possono essere iniettati a distanza di circa 6/12 mesi preparati viscosi per imitare la funzione del liquido articolare (sinovia), il quale non ha più composizioni corrette in caso di artrosi.
Nuoto e ciclismo per tornare in forma
Questa malattia reumatica è la causa più comune per cui molte persone limitano l’esercizio, ma in chi soffre di artrosi l’inattività può peggiorare una serie di parametri, per esempio, ridurre la tolleranza al dolore, indebolire i muscoli, rendere le articolazioni più rigide e danneggiare l’equilibrio. Sia prima sia dopo l’intervento, sono consigliabili attività sportive che comportano movimenti con minimo carico articolare (nuoto, ciclismo), mentre è bene evitare quelle con alto impatto fi sico come calcio, pallavolo e pallacanestro.
Dieta anti-artrosi
La “dieta anti artrosica” è composta da alimenti senza farina con lo scopo di “mettere a riposo” l’intestino dal glutine e dall’amido resistente. Ha un ruolo primario nel condizionare la salute delle ossa e delle articolazioni perché, proteggendo i villi intestinali, garantisce un sano assorbimento dei nutrienti essenziali per il metabolismo osseo e delle cartilagini. L’ideale è seguire questo tipo di alimentazione per una settimana una volta al mese.
- Si mangiano poche proteine animali, che possono causare infiammazione.
- Sono previsti cibi ad azione antiossidante contro l’acidosi tessutale.
- L’intestino si purifica e garantisce benessere generale.
La dieta deve favorire il metabolismo della cartilagine ed evitare il suo invecchiamento. Sono in corso interessanti studi sulla “dieta anti artrosica”, che si basa su alcuni principi.
Evitare zuccheri e grassi saturi (grassi animali) perché favoriscono l’ossidazione e la caramellizzazione delle cellule della cartilagine (causa di invecchiamento).
Ridurre il consumo frequente di frutti di mare, specialmente le ostriche, perché aumentano la uricemia, responsabile di eventuali infiammazioni articolari, e la carne (scegliere preferibilmente quella bianca e il pollo).
Mangiare tanto pesce azzurro e salmone perché ricchi di grassi Omega-3, i più importanti antiossidanti, responsabili per la sopravvivenza delle cellule. Altre fonti di antiossidanti sono patate non fritte, broccoli, insalata verde, funghi e alghe, pomodori e uva, aglio e zenzero, zucchine, mango, melanzane, carote e sedano. Tutti alimenti con un importante effetto anti-infiammatorio.
Per il condimento sono consigliati oli vegetali non saturi (olio di oliva, girasole e lino).
SI
Verdure, ortaggi e frutta di stagione per il loro alto contenuto di nutrienti capaci di agire sul DNA delle cellule. In particolare sono consigliati gli alimenti ad azione antiossidante (sedano, radicchio, broccoli, kiwi, spinaci, spremute di arance e limoni).
NO
Tutti quegli alimenti che possono creare infiammazioni alle articolazioni, come ad esempio le carni grasse, le farine e i prodotti da forno.
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