L’intervento
Viene effettuato in anestesia generale e per via laparoscopica. Il chirurgo pratica quattro piccole incisioni di circa mezzo centimetro, una attraverso l’ombelico e 3 al di sotto. Poi, attraverso tali vie, inserisce una minitelecamera che visualizza sul monitor il campo operatorio e gli strumenti chirurgici.
Raggiunta la cisti, aspira il contenuto ematico ed elimina la capsula che lo contiene, salvaguardando il più possibile l’integrità dell’ovaio. Un intervento mininvasivo, quindi, che dura mediamente mezz’ora.
Di solito, vieni dimessa dall’ospedale dopo 48 ore e puoi tornare al lavoro dopo circa 3 giorni. Va però detto che, nel 20% dei casi, anche la soluzione chirurgica non garantisce la completa guarigione: l’endometriosi è, infatti, una malattia cronica che può ripresentarsi. Comprese le cisti ovariche: purtroppo, a volte ritornano.
L’intervento “salvafertilità”
Per via laparoscopica e in anestesia generale, il chirurgo provvede a rimuovere cisti, focolai endometriosici ed eventuali aderenze valutando, durante l’intervento stesso, lo stato di salute dell’apparato riproduttivo.
Ciò grazie a un esame (la cromosalpingografia) che utilizza un mezzo di contrasto, il blu di metilene, per visualizzare se le tube sono aperte. Se il riscontro è positivo significa che, nonostante l’endometriosi, le tue tube sono ancora in grado di assolvere il compito di trasportare l’ovocita e il liquido seminale prima e, successivamente, l’embrione verso l’utero. Se, invece, una delle due tube è compromessa, il chirurgo provvede a interromperla o ad asportarla.
La buona notizia? Restare con una tuba sola riduce ma non azzera le possibilità di una gravidanza spontanea. E comunque puoi sempre “bypassare” le tube grazie alla fecondazione in vitro. La durata dell’intervento è di circa due ore e puoi tornare in pista dopo un paio di settimane. Nell’80% dei casi l’intervento riesce a ripristinare il tuo indice di fertilità precedente all’endometriosi.
I giusti farmaci contro il dolore
Il dolore, purtroppo, è presente in tutte le forme di endometriosi. Oggi, però, c’è una nuova soluzione per metterlo alle corde, sia nel periodo preoperatorio sia nei casi in cui la chirurgia non si riveli una scelta risolutiva. Si tratta degli oppioidi, antidolorifici più efficaci degli antinfiammatori che si usano di solito. Nell’immaginario collettivo gli oppioidi vengono visti come droghe o farmaci dati per situazioni gravi. In realtà, le nuove formulazioni sono efficaci, non danno dipendenza, sono ben tollerate e non riservano gli effetti indesiderati tipici dei farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans). Presi a lungo, infatti, possono avere effetti collaterali su cuore, stomaco e reni. Invece, i nuovi oppioidi (come l’ossicodone e il nalaxone) non riservano sorprese, anche se usati per lunghi periodi. Inoltre, non provocano disturbi di stomaco, né danno sonnolenza o episodi di stipsi.
“Ho una cisti endometriosica”
Da circa un anno le mestruazioni sono un incubo. I 3-4 giorni che precedono il ciclo e il primo giorno di flusso, mi piego in due dal dolore. Ho fitte e crampi al basso ventre, localizzati soprattutto a destra dove il mio ginecologo, grazie all’ecografia transvaginale, ha riscontrato una cisti endometriosica di circa 5 centimetri. Devo farla asportare?
Quando sull’ovaio migrano alcune cellule dell’endometrio (il tessuto che riveste la cavità uterina) e attecchiscono in “terra straniera”, si possono formare delle cisti piene di sangue. L’infiammazione che ne consegue può portare alla formazione di aderenze, strutture fibrose che determinano l’adesione tra diversi organi e alterano la normale posizione di utero, ovaie e tube.
Prima dell’intervento, prova i farmaci. Se però la sintomatologia non regredisce con l’assunzione di un progestinico o di un trattamento farmacologico ormonale, potrebbe essere indicato asportare la cisti. La chirurgia diventa una scelta obbligata nel caso in cui la formazione abbia un aspetto ecografico “sospetto”, o un ritmo di crescita rapido nonostante le cure. L’intervento può minare però il tuo potenziale riproduttivo: nel 40% dei casi riduce la riserva ovarica e, a volte, può azzerarlo. Se desideri un figlio, quindi, pensa se affidarti alle tecniche di medicina riproduttiva, effettuando il prelievo e il congelamento degli ovociti.
“Non riesco ad avere un bebè”
Io e mio marito facciamo l’amore tutte le sere, cercando di avere un bambino. Ma la cicogna non arriva. Ormai tento di restare incinta da un anno e comincio a demoralizzarmi. Ho una live endometriosi: potrebbe essere questo disturbo a impedire la gravidanza?
L’endometriosi non preclude la possibilità di essere madre. Però, intaccando spesso le ovaie e la motilità delle tube, allunga i tempi del concepimento. Se sei stanca di aspettare, affidati serena all’intervento. Solo così potrai ripristinare la corretta anatomia dell’apparato riproduttivo. L’infertilità, però. non sempre viene risolta dalla chirurgia. Per questo pensa anche alla possibilità di ricorrere alla procreazione medicalmente assistita. Sicura, dà ottimi risultati ma prima è importante valutare la tua riserva ovarica.
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