In ospedale il medico ti ha trattato male?
Fai subito una segnalazione scritta alla direzione sanitaria.
Hai un esame urgente?
Devi fare una mammografia urgente e telefonando al Cup (Centro Unico Prenotazioni) della tua città ti danno l’appuntamento tra tre mesi? Torna dal medico di base e sull’impegnativa, alla voce “priorità della prestazione”, fai barrare la lettera U (alcune regioni, come la Lombardia, prevedono anche un bollino verde). A quel punto, richiama il Cup: dovranno trovarti una struttura sanitaria convenzionata, nella tua città, che eroghi la prestazione nell’arco di 72 ore. Barrando la lettera B, invece, devono “darti” la mammografia entro 10 giorni.
Hanno ricoverato il tuo bambino in ospedale e ti vietano di stargli accanto di notte?
Una legge che ti garantisca questo diritto non c’è. Ma puoi appellarti alla Carta Europea dei diritti del Bambino proposta da Each (European Association for Children in Hospital) nel 1986 e riconosciuta dal Parlamento Europeo. Questa Carta stabilisce il diritto del bambino ospedalizzato di avere sempre accanto sé un genitore. La vicinanza della mamma è infatti fondamentale per il suo benessere psicofisico e per minimizzare gli effetti negativi delle cure. In Italia, tutti gli ospedali pediatrici si sono adeguati a questo principio. Se però la struttura in cui è ricoverato tuo figlio ti vieta di dormire con lui, pretendi di leggere la “Carta dei Servizi” dell’ospedale, che dev’essere sempre a disposizione del paziente (in genere è esposta al desk dell’accoglienza o presso l’URP, l’Ufficio Relazioni con il pubblico”). Se la Carta prevede la presenza in camera del genitore, il reparto non può rifiutarsi e si deve adeguare. Se, invece, non è prevista valuta se trasportare tuo figlio in un ospedale pediatrico che ti offra questa garanzia.
Cosa fare se in ospedale ti vogliono somministrare una medicina che non vuoi prendere?
Non possono obbligarti ad accettare la terapia, perché l’articolo 32 della Costituzione italiana sancisce la piena libertà di cura. Quindi, sei libero di rifiutare. Compito del medico è però informarti dei rischi cui vai incontro se decidi di non seguire la terapia suggerita.
Sei ricoverato in un ospedale, ti trovi bene ma ti vogliono trasferire in un altro con la motivazione che ti garantirà cure più adatte alle tue esigenze
Nessuno può obbligarti a trasferirti, se non vuoi. L’articolo 32 della Costituzione prevede, infatti, la massima libertà di cura. Se non vuoi essere trasferito puoi esprimere il diniego ed eventualmente firmare la lettera di dimissione. È bene, tuttavia, valutare attentamente insieme ai medici se questa scelta non determini dei rischi per la tua salute». E che dire se ti vogliono dimettere, ma tu non ti senti “pronto”? Puoi chiedere al primario di trattenerti uno o due giorni in più. Se sei in confidenza col medico di base, puoi anche rivolgerti a lui e chiedergli di venirti a trovare in ospedale e di confrontarsi con i medici del reparto. Qualora ritenga che le tue dimissioni siano premature, può chiedere che vengano posticipate.Infatti, l’articolo 49 del contratto collettivo nazionale dei medici di famiglia stabilisce che è un loro compito seguire il paziente anche quando è ricoverato.
Dopo un intervento di somministrano degli antidolorifici, ma non fanno abbastanza e non vogliono dartene degli altri più forti…
Per fortuna, hai una legge dalla tua parte. È la numero 38 del 2010 che stabilisce il dovere del medico di valutare, con una scala numerica, quanto dolore ha il paziente e di provvedere affinché il punteggio assegnatogli scenda verso una soglia accettabile. Per farlo, il medico ha diverse armi a disposizione: dai fans agli anti- Cox1 e 2 fino agli oppiacei minori e maggiori. La legge 38/2010 prevede, inoltre, che la valutazione del dolore da parte del paziente sia riportata in cartella clinica, prima e dopo la cura antidolorifica.
Un tuo parente anziano non riceve assistenza adeguata. Che fare?
Per legge, il reparto deve assistere 24 ore su 24 ore tutti i pazienti, soprattutto se non autosufficienti. Almeno per quanto riguarda i bisogni primari: bere, mangiare, tenere pulito il letto e la persona, accompagnarla in bagno (o cambiare il “pannolone”) e alternare le posizioni a letto per evitare le piaghe da decubito. Se, facendo visita a tuo padre, noti che il letto è bagnato, che non l’hanno cambiato e che è disidratato, segnalalo alla caposala, al primario e alla direzione sanitaria. Al limite, se lo trovi in condizioni pietose, chiama il 112 e fai intervenire i Carabinieri.
Il consenso informato
Leggilo con la massima attenzione
La legge sancisce il tuo diritto a ricevere tutte le informazioni possibili, prima di dare la tua autorizzazione a effettuare qualsiasi atto medico: interventi chirurgici, esami diagnostici invasivi, terapie farmacologiche sperimentali, rischiose o dense di effetti collaterali. Ti fanno leggere il consenso informato in tutta fretta, senza che tu possa valutare i pro e i contro? Magari mentre ti trovi nel blocco preoperatorio, prima di andare “sotto i ferri”? Pprima di firmarlo, pretendi che ti venga dato tutto il tempo necessario per leggerlo con attenzione e per chiarire col medico i punti poco chiari e ricevere tutte le delucidazioni possibili. Èè un tuo diritto, a patto che non vi sia un’urgenza, dettata da gravi condizioni di salute.
Pretendi un’informazione completa
Il consenso informato deve riportare tutti i rischi e le complicanze più remote, con le percentuali di casi in cui si verificano. Se sfortunatamente vai incontro a una complicanza e questa era stata omessa o riportata in modo incompleto, se decidi di passare alle vie legali e di fare causa all’ospedale, nel valutare la richiesta di risarcimento il giudice può considerare un’aggravante il fatto che il consenso informato fosse mal formulato, poco chiaro e incompleto.
Il consenso non assolve il medico
Dopo l’intervento hai avuta una complicanza prevista dal consenso informato che hai letto con attenzione e firmato deliberatamente? Ciò non esime il chirurgo dalle sue responsabilità. il fatto di averlo sottoscritto non rappresenta una “liberatoria” a tutto campo per l’operato medico. Se hai il dubbio che i tuoi problemi siano dovuti a un errore del chirurgo, richiedi una prima consulenza medico-legale gratuita al tribunale dei diritti del malato della tua città. Se il medico legale accerta che hai subito delle conseguenze connesse all’intervento, quantifica il danno biologico che hai riportato per imperizia o negligenza del medico, e puoi richiedere un risarcimento a chi ti ha operato o all’ospedale.
Al pronto soccorso
In ambulanza
Stai male, stai per chiamare il 118 ma vorresti andare in un ospedale preciso. Sappi che non puoi scegliere e che ti porteranno a quello più vicino e disponibile. Poiché non puoi decidere dove andare, se non vuoi restare in quell’ospedale, “accetta” le prime cure e, appena stai meglio, firma le dimissioni e vai dove vuoi tu.
In attesa
Il triage, cioè l’accettazione del pronto soccorso, ti ha assegnato un codice verde. Ma tu ti senti male e pensi di essere grave. L’assegnazione dei codici è data da infermieri specializzati in base alla gravità del caso. Se ci sono tante emergenze, devi per forza aspettare.
In barella
In pronto soccorso, non riesci a stare in piedi e ti fanno aspettare su una barella. Ma tu vorresti essere visitata subito. Se durante l’attesa il dolore aumenta, prova a chiedere agli infermieri se ti cambiano il codice assegnato. Non è detto, però, che lo facciano.
Mio figlio e caduto dal motorino.al pronto soccorso gli hanno dato il codice verde facendogli raggi in testa, gamba e anestesia nella gamba per togliere l’asfalto. E quando e uscito il codice e cambiato in bianco con la spesa di euro 118,00 ci siamo rivolti all’ufficio relazione con pubblico ma nulla.a chi mi posso rivolgere per fare un ricorso. Grazie infinite
Buonasera. Può un medico oncologico non farsi trovare o ancora meglio non parlare con i colleghi per intraprendere una cura.e se gli scrivi dottore vorrei che mi dia un appuntamento. E lui ti dice che LE FERIE TOCCANO ANCHE A LUI COME A TUTTI GLI ALTRI.. Non si fa trovare nemmeno quando mi hanno operata di mastectomia. Fino ad oggi non lo trovo. Ē giusto?