Bistrattati, dimenticati, costretti a stare tutto il giorno in bilico sui tacchi o dentro sneakers di gomma rasoterra, i tuoi piedi a volte si ribellano e cominciano a farsi sentire. E allora son dolori. Fitte all’alluce, infiammazioni alla pianta del piede, dita che “scattano” in alto, callosità e persino nodulini che si formano sui nervi sensitivi, irritati dalla continua frizione con le scarpe a pianta stretta. Soffri anche tu di mal di piedi? Ecco come sbarazzarsi per sempre di dolori e fastidi vari, dovuti ai tre principali problemi ai piedi che affliggono donne e uomini.
Ti fa male sotto la pianta? Il Neuroma di Morton
Un dolore violento, che trafigge la pianta del piede? Vai subito a fondo del problema e, se dipende da un “nodulino” sul nervo, asportalo in tutta sicurezza.
Sintomi: il dolore, riferito come un “sassolino appuntito” o un “chiodo rovente”, si localizza tra il 3° e il 4° dito (più raramente, tra il 2° e il 3°) a livello della pianta del piede. Può insorgere all’improvviso o peggiorare nel giro di qualche settimana, sino a impedirti di camminare.
Cause: Tutto dipende da un piccolo nervo interdigitale che scorre sotto la pianta, tra le due dita interessate. Se questo si infiamma, per colpa dei piedi piatti, deformità delle dita o calzature strette, il nervo si ispessisce e a poco a poco si forma, nel punto in cui si divide per dare sensibilità alle due dita, un nodulino: è il Neuroma di Morton, grande da pochi millimetri sino a un nocciolo di ciliegia. L’importante è arrivare alla diagnosi il più presto possibile, tramite valutazione clinica e, se necessario, ecografia o risonanza.
Soluzione: È chirurgica la tecnica più valida: consiste nel praticare una minincisione di un centimetro ( chiusa con un punto di sutura) sul dorso, tra le due dita. Sezionato il legamento
intermetatarsale, il chirurgo ortopedico asporta il neuroma e, insieme, un piccolo tratto di nervo “malato”. L’intervento viene eseguito in day-hospital, in anestesia locale, e permette di camminare, senza più dolore, sin dal primo giorno.
Consiglio: Perché è importante avere subito la diagnosi di Neuroma di Morton? Perché se è ancora molto piccolo (uguale o inferiore ai 3 mm) puoi evitare l’intervento e ricorrere alla tecnica di alcolizzazione. Consiste nell’iniettare direttamente nel nodulino, sotto guida ecografica, una soluzione alcolica che ha il compito di “seccarlo”. Scompare del tutto in due sedute.
Il lato del piede è gonfio? L’alluce valgo
Hai delle fitte martellanti alla cosiddetta “cipolla” dell’alluce? Sappi che il problema peggiorerà sempre più e che solo l’intervento è risolutivo. Ma non lasciarti tentare dalla tecnica percutanea. Oggi ce n’è una nuovissima che funziona meglio.
Sintomi: il dolore acuto e continuo, anche a riposo, è dovuto alla deformazione del primo dito che devia verso la parte esterna del piede. La testa del metatarso (l’ osso lungo e piatto che precede le due falangi dell’alluce) si infiamma e al di sopra si forma una borsite, caratterizzata da rossore, dolore e tumefazione.
Cause: Non si eredita l’alluce valgo, ma la lassità dei legamenti e dei muscoli del piede che lo causa. L’uso prolungato di scarpe strette, a punta, con tacchi a spillo o senza sostegno (tipo ballerine o sneakers) non fa che aggravare la situazione. Altro fattore predisponente? I piedi piatti, senza arco plantare. “Schiacciato” a terra, l’avampiede e le dita si allargano a ventaglio e l’alluce comincia
a deviare all’interno, spinto dalle scarpe.
Soluzione: ti hanno parlato della tecnica percutanea come la più valida novità di questi ultimi anni? Dimenticala. Anche se è chiamata mininvasiva, realmente non lo è perché prevede resezioni ossee non necessarie ed espone a un rischio di recidive superiore al 15 per cento: a due-tre anni di distanza devi operarti di nuovo. Questo perché non corregge le alterazioni anatomiche che stanno all’origine dell’alluce valgo. Più efficace, con una percentuale di recidive intorno al 2 per cento, è la nuova tecnica chiamata SERI (Simple, Efective, Rapid e Inexpensive). Dopo aver eseguito l’anestesia periferica, a livello della coscia o della caviglia, con una lama sottile il chirurgo fa una piccola incisione di un centimetro. Quindi, crea una microfrattura ad arte, allo scopo di riavvicinare la testa del primo metatarso al secondo, dal quale si era allontanata. Il decorso post-operatorio non è doloroso ( se ben controllato dai farmaci) e puoi camminare in da subito con una speciale scarpa ortopedica aperta sull’avampiede, realizzata in morbido tessuto. Dovrai indossarla per 4-6 settimane».
Consiglio: due cose sono inutili. La prima sono i cosiddetti “separadito” venduti in farmacia e nei negozi di sanitari: evitano solo il contatto tra l’alluce e il secondo dito ma non risolvono il problema. La seconda cosa da evitare sono le infiltrazioni di cortisone, proposte da alcuni medici, direttamente nell’alluce. Oltre a risultare inefficaci, rendono ancora più instabili le articolazioni dell’alluce, già deviate.
Ti fa male il tallone? La fascite plantare
Il dolore molto intenso al tallone si irradia a tutta la pianta del piede. La prima cura è il riposo. Ma se il problema persiste, punta sulle infiltrazioni di cortisone e sul laser.
Sintomi: hai molto male alla pianta, specie verso il tallone, durante la fase di “spinta sulle dita” prevista dal passo. Fatto che ti porta a camminare male, caricando sul bordo esterno del piede.
Cause: La fascite plantare è un’infiammazione di quella fascia fibrosa che, come una corda, attraversa l’arco del piede. Può infiammarsi in seguito a malattie reumatiche di origine autoimmune (come l’artrite reumatoide e l’artrite psoriasica), ma anche per colpa di difetti congeniti del piede. È infatti più frequente nelle donne con il piede cavo. In genere, per diagnosticare la fascite plantare basta una visita. Solo nei casi dubbi, per escludere altre patologie ( o per valutare meglio la qualità della fascia) l’ortopedico può prescrivere l’ecografia, la radiografia o una risonanza magnetica.
Soluzione: due-tre settimane di antinfiammatori, abbinati a riposo (niente jogging e sport, soltanto nuoto) e all’uso di calzature a pianta larga, con un tacco di 3-4 centimetri. Se il dolore è molto intenso e ti impedisce di camminare, sono utili delle infiltrazioni di farmaci corticosteroidi, direttamente nella zona dolente: una o due iniezioni, a distanza di una settimana. Vanno abbinate a un ciclo di 5- 6 sedute di Tecarterapia o di laser antalgico ad alta potenza, come il C02 o il Neodimio-Yag (circa 30 euro a seduta).
Consiglio: se hai superato i 45 anni e dagli accertamenti è emerso che la tua fascite è dovuta a una degenerazione della fascia plantare, che ha perso la sua naturale elasticità, puoi rigenerarla con 3 sedute di prp (plasma rich platelet). Si tratta di un prelievo di sangue per estrarre le piastrine riparatrici (rinnovano i tessuti) che verranno iniettate all’interno della fascia (circa 200 euro a seduta).
Dita a martello? Serve il plantare
Brutte a vedersi, le dita a martello (dette anche ad “artiglio”) possono fare molto male per il continuo attrito del dorso delle dita con la tomaia delle scarpe.
Cause: in molti casi sono associate alla presenza dell’alluce valgo che, deviato lateralmente, “spinge” verso le altre dita. Di conseguenza aumenta il carico di lavoro sulle articolazioni delle dita, che finiscono col deformarsi ad arco: la prima falange si sposta verso l’alto, mentre le altre due si flettono verso il basso, formando un vero e proprio angolo. In alcuni casi, però, la comparsa delle dita a martello è indipendente dall’alluce valgo e riconducibile a squilibri muscolari, frequenti nelle donne che hanno il piede cavo. La conseguenza? Una cattiva distribuzione dei carichi sull’avampiede.
Sintomi: dolore a camminare, callosità e vesciche sul dorso delle dita, calli sotto la pianta del piede.
Soluzione: se sei in una fase iniziale puoi farti prescrivere un plantare personalizzato, realizzato in modo da ridurre il carico sui metatarsi (le ossa lunghe e sottili alla base delle dita) e mantenere allineata l’articolazione. A poco, invece, servono i tutori elastici venduti nei negozi di sanitari da infilare, come un anello, nelle dita. Se la situazione diventa insopportabile, è bene fare un piccolo intervento in day hospital. Attraverso delle minincisioni, che non richiedono punti ma solo cerottini, si correggono le articolazioni deformate. Poi, però, dovrai portare la scarpa
ortopedica aperta per un mese.
Buon giorno vorrei il nome di un bravo ortopedico specializzato nei piedi
sn stata operata 2 volte al dito a martello e il morbo di morton sn ancora in ballo con il dito gonfio e fa male e in più sento bruciore sotto il piede e dolore insomma ancora nn posso camminare bene e nn riesco a lavorare (faccio la cuoca).grazie cosa posso fare?
Ho dolore alle dita dopo 2 anni da intervento in
Percutanea per dita a martello e alluce.
Il dolore è maggiore a riposo.
Ho fatto tutte le cure prescrittemi ma ho le dita rigide e dure che mi procurano dolore.l’alluce ha perso mobilità ed è uncinato verso l’alto.
Non ho un dito allineato all’altro .
Mi ha visitato più di un chirurgo senza sapermi dire con sicurezza cosa mi è successo.
buon giorno le ggo di tutto sui piedi ,ma il mio problema non c’e o sono io che non conosco il termine.-da circa un paio di mesi le dita dei piedi si sono allargate ,il terzo dita del piede mi sembra piu distante e il secondo ,l’illice e’ legermente gonfio alla base ,mi ha causato molto dolore a tutto il piede destro ,potrei trovare sollievo con qualche soletta o vari?